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Divagazioni in forma di ruota (parte 5)

in occasione del decennale della nostra associazione, alcuni soci ci hanno inviato dei versi che volentieri pubblichiamo…

DECENNALE

E nonostante tutto
noi siamo ancora qui
ineluttabilmente
tra incanti appassionati
e geremiadi stanche
a frazionare l’ora drammatica
                                 e confusa
del presente slabbrato
gemma dell’ieri infelice.

 

E andiamo ancora avanti
                      inevitabilmente
a pensare che
                          forse
un aleph di parole
può essere rimedio forza
                      anche consolazione
nel vortice dei raggi.

CI

RUOTA

Nell’ossessivo giro tracciava
                           sulla terra
meravigliosi cerchi e labirinti
                            oscuri
intersecando i segni
con quelli dei passati
per giungere
                        d’illusione
al vortice
                 del senso
all’armonia segreta, la memoria
                                     dispersa
l’antica vibrazione…

CI

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Divagazioni in forma di ruota (parte 3)

in occasione del decennale della nostra associazione, alcuni soci ci hanno inviato dei versi che volentieri pubblichiamo…

DEFINIZIONE

Non sono di sole
quelli di una ruota
non scie di chiaro
lucide e tese.
Solo funamboli impazienti
in girotondo diviso,
distanti equilibristi
stabili al centro.

L.B.

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Divagazioni in forma di ruota (parte 1)

in occasione del decennale della nostra associazione, alcuni soci ci hanno inviato dei versi che volentieri pubblichiamo…

METAMORFOSI

Al mattino via, a lavorare,
in corriera continuavo a sognare.
Sognavo la morosa, la famiglia, la casa
un trattore, l’amore e un campo da arare.
Temevo reverente la camicia bianca di Lino
e la pacca pesante sulle spalle di Luciano
Sembrava proprio sbocciato il secolo d’oro
e i nostri “paroni” ne facevan tesoro
Fatiche tante e tanti calli sulle mani
fronte bagnata di sudore in quegli anni.
Ora che son vecchio e raggiunto ho tutto
frana quel mondo e mi sento distrutto
Crolla anche il “bianco” insieme al frigo
della solidarietà… “mi no me intrigo”
Anche le tute han mutato colore
son rosse, gialle, verdi, divise per settore
Son frastornato, certo lo ammetto
non c’è più quel mondo che per me era corretto
Dove sono volate speranze e fatiche?
Forse il profitto le ha buttate alle ortiche?
Non c’è più el paron “che in dialet el comanda”
ora c’è un FONDO che va e tutto sprofonda
Solo la RUOTA continua a girare
diese anni de sbrunto per farla ruotare
co’ libri, incontri, mostre e teatri
le ciacole volan, incantando i presenti
ma co’ la cultura, putei, no se magna
i dise quei che sempre i se lagna
Ades che i ga dovesto pusàr i impresti
tuti ‘sti libri i deventa indigesti-
Solo la RUOTA continua a girare
diese ani de sbrunto par farla ruotare.

GIANFRANCO DANELUZZI

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Poesie

Le poesie qui riprodotte sono tratte da una raccolta, premiata  a Portogruaro come miglior lavoro poetico realizzato nell’ambito scolastico ed è stata redatta dalla classe III della Scuola media statale di Gruaro.

Gioia

Il fiume è felice
Di vivere in curve perfette
Tra carezze di tenere alghe
E allegre voglie di nuoto.
Il fiume è felice
Di scorrere in liquidi nastri
Per cercare il sogno d’andare
Nella calma serena del mare.
Il fiume è felice
Di nutrire squame guizzanti
E bagnare rive assolate
E campi, paesi e città.
Il fiume è felice, felice…

Sonia Nosella

Se fossi…

Se fossi un pesce
Non nuoterei con le altre trote
Ma mi fermerei
Ad ascoltare il fiume.
ShhShhh
Shhhh….
Sussurrano le onde…
Gra gra gra….
Gracida la rana
Swishhh swishh
Ploc.
E questo? Non so.
Vedo un verme bello grasso
Annegare nel fiume.
Mi avvicino cauto e…

Zzzzzz

Il pescatore ritira la lenza.

Giulia Bozza

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Federico Tavan

Maledeta chê volta

Maledeta chê volta
ch’ài tacât a scrîve
no parceche
al é mal scrîve
ma parceche
era maledeta chê volta
che ère belsoul
e vaîve
e par chist
‘e scrivêve.

Maledetta la volta

Maledetto il giorno/in cui ho cominciato a scrivere/ non perchè/ sia male scrivere/ ma perchè/ era un giorno maledetto/ quello in cui ero solo / e piangevo/ e per questo/ scrivevo.

Ninuta

Lu farêstu l’amour
cu li mê poesies ?
Cuala te plàse de pì ?
Cun cuala te plasarèssal
zî pì volanteir a liet?
Cuala al gjolde
cuala no postu fâ de mancu,
cuala da nicjulâ
coma un orsut de piecja
o da portâ al mar dentre na valisuta ?
Cuala da mostrâ a li amighes?
Cuala da carecjâ cuala da bussâ ?
cuala un ditalìn cuala’na picjàda
de nascondon. Ninuta
favelanse clâr
me soi rot li bales.

Ragazzina

Lo faresti l’amore/ con le mie poesie?/ Quale ti piace di più?/ Con quale ti piacerebbe andare più volentieri a letto?/ Quale  il godere/ quale non puoi farne a meno,/ quale da cullare/ come un orsacchiotto di pezza/ o da portare al mare dentro una valigetta?/ quale da mostrare alle amiche?/ Quale da accarezzare quale da baciare/ quale un ditalino  quale un pizzicotto/ di nascosto. Ragazzina/ parliamoci chiaro/ mi sono rotto le scatole.

da: “Augh!” – Edizioni biblioteca dell’immagine – Circolo culturale Menocchio

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Ernesto Calzavara

Te si dentro

Te si dentro e no te trovo
te si fora e no te trovo
te si da par tuto
fra tute le robe del mondo
le pigne le piaghe le stringhe le ongie
le franze che sponze
le pignate de marenghi remenghi
le patate sgionfe de sono
e me poro nono

e no te trovo.

Ti che te si
fra mi e mi
no te vedo no te trovo
no te trovo.

La scelta

Tra quel che xe fora e quel che xe drento
tra quel che xe nudo e quel che xe vestìo
tra quel che par e quel che xe
tra la màscara e el viso
tra el dir e el far
tra mi e no-mi
tra note e dì
te si ti
mente che trema
‘desso a decìdar

e se sbagli te mori.

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Sandra Torresani

Nuvole disordinate

Nuvole disordinate
sono i pensieri
sillabe spezzate
il vento mette in fila
nuvole di canto
se sei il cielo
disteso nell’azzurro
completamente
bianco.

da “Con respiro lieve”

per Alda Merini

Crescono da sole
le figlie della notte
devo metterle al mondo

Ogni poeta lava
il suo pensiero, Mia Signora
e la mia acqua
è ancora così colorata….

da “Con respiro lieve”

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Mirco Stefanon

Le Baruffe Chiozzotte

Prima di salire
Sull’altare
Le dissi:
Sei così bella
Così carina
Che ti mangerei viva

Oggi
Mi pento
Di non averlo fatto

Quando lei
mi lasciò
Non la buttai sul patetico
La buttai
Dalla finestra

da “La posta in gioco” – Nuova Dimensione

Un Tecnico

Non avrei mai immaginato
Di ritrovarmi da solo con lei
Al buio
E nel silenzio più assoluto
A rubarci la stessa aria.
All’improvviso
Lei mi getta le braccia al collo
E mi sussurra piano
Di restare così
Per l’eternità.
Stavo per risponderle di sì
Quando mi salvò
un tecnico
Riparando il guasto
All’ascensore.

da “Chiuso per restauro” – Biblioteca Cominiana

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Gilberta Antoniali

Grispis di mari

Tal musu dal spieli i viodi me mari:
grispis novis
e vui torgui.
Mi clama
mi tocia
si stravieia.
Dut ti fa crodi ca no sedi
E sì ti sos stada
flour e frutan……
Dopu lé scur

Mama

Flour spaurit
giardin sensa soreli
maravea distudada
rabiada cul mont
Combàti par nuia sensa capì.
Dislubiada di lavour
displaseis ingrandis tal sito.
Mans di pluma
ca sgualavin tala tela
ciamisutis cula puntina
e sovrapons ca no finivin mai.
Cussì tal freit
è sgualada la vita.

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Mentore Romani

Il verme

“Quel verme che osservo dal balcone strisciare per terra sotto gli occhi mi fa venire in mente la notizia, letta stamane sul giornale, del suicidio del famoso principe Lana.
Perchè il principe Lana che possedeva beni, cariche,amici, donne, si è suicidato, mentre i vermi e gli altri animali di infimo ordine, che fanno una vita così misera, non si suicidano? Forse perchè il principe Lama non era un verme?!
O perchè non voleva essere tale, mentre l’inesorabile legge della vita lo spingeva verso l’infimo ordine?!
(Ma ciò non è esatto, dato che il principe Lana non aveva dissesti).
O perchè la vita umana è in stato di involuzione, di generazione?!
(Ma allora cosa c’è di perfetto nella vita dei vermi, per doverli prendere a modello?)
Tutte queste, più che buone ragioni, soddisfacenti ed esaurienti, mi sembrano ipotesi.”

da “Meditazioni di un solitario” – Gastaldi, Milano, 1959

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