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Marinella Falcomer

Questo più che il profilo critico di un’artista, Marinella Falcomer appunto, nostra concittadina, è il racconto di una passione profonda, vera, totalizzante, quella che anima appunto la nostra protagonista e la lega indissolubilmente alla pittura.
Marinella racconta, con vivacità e spontaneità che conquistano, di come si sia sentita attratta verso il disegno e l’arte figurativa fin da piccola, di come, appena ne avesse la possibilità, scarabocchiasse a matita, sopra un album, i ritratti di tutti quelli che le venivano a tiro, e di come l’avesse riempita d’orgoglio vedere esposto per tanto tempo un suo disegno nell’atrio della Scuola media di Teglio Veneto, suo paese d’origine; ma aggiunge anche che in famiglia non prendevano molto sul serio questa sua passione: un hobby va bene, ma incentrare tutta la propria vita sulla pittura, no, perchè, aggiunge Marinella, suo padre le ricordava spesso che, così facendo, si finiva sotto un ponte.
Quindi, finita la scuola dell’obbligo, ecco un corso di qualificazione professionale e l’ingresso nel mondo del lavoro in un campo, quello dell’acconciatura, che aveva pur sempre qualcosa di creativo, che lei accentuava, nei ritagli di tempo, con i ritratti delle sue clienti.

La svolta nella vita di Marinella avviene tra il 1997/8, quando, dopo la morte del padre, sente che ha bisogno di riempire il senso di vuoto che la pervade e, appoggiata dal marito e dalla figlia, decide di riprendere in mano il suo antico progetto: studiare pittura.

Lo fa con umiltà, serietà, consapevolezza; il desiderio di imparare la rende audace; ricorda, sorridendo, di come avesse trovato il coraggio, nonostante molti la sconsigliassero, di chiedere a Monsignor Pellarin, parroco del duomo di Portogruaro, di darle alcune lezioni di ritratto e di come lui, dopo aver visto alcuni suoi lavori, avesse accettato e le avesse insegnato non solo la tecnica, ma suggerito anche un atteggiamento mentale, quello di mettersi in gioco con serenità, di avere fiducia in se stessa, di affrontare il giudizio degli altri, fossero essi addetti ai lavori o gente comune… Questa lezione le è rimasta dentro, le ha dato forza e, ancora oggi la molla che la fa agire è il desiderio di misurarsi con se stessa e con gli altri per raccogliere sì consensi, ma anche consigli e critiche in un’ottica di evoluzione e ricerca continue.