Bagnara

  • BAGNARA: frazione del comune; il nome deriva dal latino “balnearia – bagni, luoghi paludosi”. Esso caratterizzava un territorio paludoso attraversato da numerosi corsi d’acqua ben più consistenti di quelli attuali.
    La struttura geomorfologia del terreno conferma la presenza di affioramenti ghiaiosi oltre ad avvallamenti di chiara origine fluviale. Un’ulteriore conferma, che interessa il nome Bagnara, è la presenza a poca distanza del paese, di Bagnarola. Recenti ipotesi hanno infatti correlato le due località classificandole tra le numerose coppie toponimiche presenti nelle vicinanze.
  • Via Alessandro Manzoni: scrittore italiano (Milano, 1785 – 1873). Figlio del conte Pietro e di Giulia Beccaria.
    Per dissidi fra genitori, il Manzoni fu educato in vari istituti religiosi. L’influenza delle tradizioni familiari e le tristi esperienze scolastiche lo avvicinarono alle idee della Rivoluzione francese. Il periodo tra il 1805 e il 1810 trascorso a Parigi presso la madre, fu molto importante per la sua formazione anche spirituale. Il matrimonio con Enrichetta Blondel, giansenista, lo porterà successivamente, alla conversione al  cattolicesimo.
    La produzione cristiana inizia con gli “Inni sacri” con cui il poeta voleva esaltare le maggiori festività della Chiesa. Seguirono le tragedie “Il conte di Carmagnola” e “L’Adelchi” in cui, di fronte all’ingiustizia terrena, l’uomo si deve affidare alla volontà misericordiosa di Dio. A questo tipo di riflessione appartiene anche l’ode “Il cinque maggio” scritta per la morte di Napoleone.
    “I Promessi sposi” rappresentano il compimento di tutto il suo percorso interiore e letterario.
    La loro complessa struttura narrativa può considerarsi il risultato di quella esigenza di verità e di sentimento religioso che  caratterizza l’uomo e che permea tutta l’opera. L’ultima stesura del romanzo fu pubblicata a dispense fra il 1840 e il 1842. Successivamente il Manzoni si occupò soprattutto di questioni linguistiche in cui cercò di difendere e imporre anche nella pubblica istruzione il modello fiorentino che considerava più adatto all’unificazione italiana.
    La sua vita privata non fu molto felice, rattristata dalla morte in giovane età, della moglie Enrichetta e da gravi problemi familiari. Si risposò nel 1837 con Teresa Borri. Nominato senatore del regno partecipò al voto con il quale si trasferiva la capitale da Torino a Firenze: era sempre stato contrario al potere temporale dei papi. Incontrò Cavour, Garibaldi, Verdi, Vittorio Emanuele e Margherita di Savoia; da tutti era stimato per la sua integrità morale e il suo moderatismo. Morì a Milano il 22 maggio 1873.

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