Una goccia d’acqua nel deserto del Burkina-Faso

Superficie: 274.471 Km²
Popolazione: 13 milioni abitanti (2005)
Reddito procapite: 1040 $ (2005)
Speranza di vita: 46 anni (2003)
Popolazione con meno di 1 $ al giorno: 45% (2002)
Accesso all’acqua da bere: 51% (2002)
Bambini sottopeso sotto i 5 anni: 34% (2003)
Spesa per salute: 7% P.I.L. (2005)
Spesa per difesa: 14% P.I.L. (2005)

Leggendo un quotidiano locale sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un’associazione di volontariato a Quarto d’Altino, Oltreiconfini,  che ha messo in piedi un ambizioso progetto d’aiuto per il villaggio di Pendogo situato  in uno dei più poveri paesi dell’Africa sub-sahariana, il Burkina-Faso.

Il progetto consiste nella trivellazione di un pozzo che possa fornire alla popolazione del villaggio, di circa 450 persone, almeno 20 litri d’acqua potabile al giorno per abitante. Poiché  nella scuola dove insegno, l’ISIS “Luzzatto” di Portogruaro, con la collaborazione d’alcune colleghe, da un paio d’anni abbiamo messo appunto, per le classi prime e seconde, un progetto d’educazione ambientale, lo scorso mese d’Aprile due volontari dell’associazione Oltreiconfini sono venuti nel nostro Istituto a presentare il loro progetto che dovrebbe essere terminato entro il 2005.

Durante la conferenza, sia io che gli alunni invitati, abbiamo potuto toccare con mano la terribile situazione in cui versa un continente enorme come l’Africa sia per quel che riguarda la carenza cronica d’acqua potabile sia per la situazione sanitaria che è spaventosa: si pensi che nel villaggio di Pendogo, un bambino su cinque non raggiunge i sei anni d’età a causa di malattie derivanti dall’uso d’acqua non potabile. In questo villaggio, che ha un territorio compreso in un’area di 10 km per 3 km, esistono solo due pozzi dai quali possono essere prelevate scarse quantità d’acqua per lo più inquinata sia dal punto di vista chimico che biologico. L’insufficienza d’acqua potabile, aggravata da una cattiva gestione dei punti d’acqua esistenti, è all’origine di molte malattie trasmesse dall’acqua come infezioni alla pancia, diarree infantili, la dracunculosi (verme di Guinea).

L’idea di questo progetto è nata in seguito all’analisi del contesto socio-economico del dipartimento; da quest’analisi è emerso che, nonostante l’esistenza di punti d’acqua, vi sono seri problemi di mancanza di questa per il consumo umano e animale, soprattutto durante la stagione secca. Infatti, durante questo periodo, la maggior parte dei punti d’acqua esistenti si esauriscono e le donne devono percorrere 5-10 km a piedi per cercarne di nuovi. Il progetto permetterà di risolvere le difficoltà d’approvvigionamento d’acqua potabile, di lottare contro le malattie idriche, di contribuire a risolvere i conflitti sociali attorno ai pozzi e di permettere alle popolazioni di impiegare meglio il loro tempo in attività economiche più remunerative.

Infatti basta pensare che la maggior parte delle bambine non può frequentare la scuola, che nel paese sarebbe in teoria obbligatoria, perché alla famiglia serve acqua per la sopravvivenza e quindi sono proprio le bambine che più volte al giorno,  a piedi o su sgangherate bici, si recano ai pozzi per recuperare quella poca acqua disponibile. Come precisato nel titolo questo progetto è paragonabile ad una goccia di pioggia che cade nel deserto ma se si pensa che questa iniziativa ha un costo di solo € 11.000 e che permetterà sia di salvare molte vite umane dalle malattie legate all’uso di acqua non potabile  sia un migliore uso del tempo delle popolazioni, ci si convince che anche un  piccolo intervento per alleviare le sofferenze di almeno un villaggio nella sterminata Africa, senza avere la presunzione di risolvere problematiche antiche, legate alla colonizzazione del continente, alla corruzione e alla cattiva gestione politica ed economica, perpetuata dagli odierni governi locali.

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Superficie: 274.471 Km²

Popolazione: 13 milioni abitanti

Reddito procapite: 1040 $

Speranza di vita: 46 anni (2003)

Popolazione con meno di 1 $ al giorno: 45% (2002)

Accesso all’acqua da bere: 51% (2002)

Bambini sottopeso sotto i 5 anni: 34% (2003)

Spesa per salute: 7% P.I.L.

Spesa per difesa: 14% P.I.L.