Guerra alla Libia!

Scusate l’espressione colorita: ma CHE SCHIFO!!

Ci mancava solamente l’ennesima guerra, una guerra condotta alle nostre spalle, contro l’art.11 della Costituzione, sulla base di una genericissima e discutibilissima risoluzione dell’ONU, e per motivazioni che nemmeno si sono premuniti di spiegarci.

Possibile che noi occidentali dobbiamo fare sempre di queste figure? Possibile che ci si debba sempre nascondere dietro l’ipocrisia della “salvaguardia dei diritti umani” per difendere i nostri sudici interessi economici? (perchè non in Yemen, sempre in questi giorni preda di rivolte e repressioni?)

Di tutto può avere bisogno “il risorgimento arabo” come lo chiama il nostro Presidente della Repubblica (non a caso favorevole anche all’invasione di Ungheria del ’56) meno che di bombardamenti indiscriminati che poi sappiamo benissimo preludere all’inevitabile intervento di terra. O forse speriamo ancora che qualcuno dei suoi faccia fuori Gheddafi? O forse pensiamo che la guerra sarà rapida e breve? Qualcuno crede ancora a questa propaganda?

Anche ad essere cinici è evidente che l’Italia non ha alcun interesse in questa decisione: se vincono i ribelli saremmo additati (e giustamente) come gli amici di Gheddafi, se vince il dittatore saremmo comunque traditori (e giustamente), visti gli affari e beati trascorsi insieme.

E già non dubito che il nostro megalomane ministro della Difesa (rin)corra appresso agli interessi politico-petroliferi franco-anglo-statunitensi, inviando anche nostri  uomini e mezzi, senza rinnegare peraltro nè il baciamano di Arcoreil trattato di finta amicizia del 2008.

E non ho altrettanto dubbi che la “presunta opposizione” concorrerà responsabilmente a sostenere il governo, in una sorta di chiamata a correo.

Che pena questa povera italietta…, anche questa volta mi tocca stare con la Germania.

Altri collegamenti:

L’intervista a Gino Strada su Il Fatto Quotidiano

Un’analisi di Giuseppe Genna su Carmilla on line

Un’analisi di Fabio Marcelli su Il Fatto Quotidiano

La petizione contro la guerra in Libia