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Mostra Andreini il 27 gennaio 2011 a Portogruaro

Ritorni ad Auschwitz, fotografie di Claude Andreini

Signore, Signori,

il 27 gennaio 2011, ore 18.00, in occasione del Giorno della memoria, sarà inaugurata la mostra personale di Claude Andreini.

La manifestazione avrà luogo nella Galleria Comunale di Portogruaro, “Ai Molini”, in centro storico.

La mostra sarà presentata da Imelde Rosa Pellegrini, Storica, e da Kristian Feigelson, sociologo, Professore all’Università La Sorbonne, di Parigi.

La mostra è articolata in due parti: nel primo mulino saranno visibili stampe classiche (da camera scura) in Bianco e Nero. Nel secondo, immagini a colore stampate su tela ed elaborate manualmente con una tecnica personale ed inedita. In tutto circa 45 foto. La stessa mostra sarà presentata negli USA al Chicago Historical Center il prossimo Primo Maggio (Giorno della memoria in America)

Inoltre sarà presentato il libro “SINTOMI – ritorni” realizzato dallo stesso fotografo, contenente sia fotografie di Auschwitz che di Terezin. Le prime appoggiate ad una presentazione di Roberto Salbitani, fotografo e scrittore; le seconde ad un testo di Kristian Feigelson, estratto dalla rivista della Sorbonne “THEOREME”. 140 pagine, circa 60 immagini.

Il presente messaggio serve di invito.

Nella speranza di vedervi numerosi, cordialmente
C. Andreini.

  Mostra Andreini, testo Salbitani (142,0 KiB, 2 download)
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La Casa delle Bambole

Spettacolo di teatro-danza nel Giorno della Memoria 2010

Oratorio Giai di Gruaro – 29 gennaio 2010

Immagini, parole e musica. Questi gli ingredienti che, dosati saggiamente e con estremo equilibrio, hanno generato, venerdì 29 gennaio 2010 nella sala dell’oratorio di Giai di Gruaro, una piccola grande opera d’arte.
Nell’ambito delle manifestazioni per i “giorni della memoria”, l’Associazione Culturale “La Ruota” di Gruaro, in collaborazione con Arte Danza Portogruaro, ci ha offerto “LA CASA DELLE BAMBOLE”: uno spettacolo di “teatrodanza” con testi curati da Mariella Collovini, recitati dalle bellissime voci degli attori Filippo Facca e Angela Perissinotto, accompagnati dalle danzatrici-attrici Tiziana Passoni e Michela Silvestrin e dal violino e violoncello di Laura Bortolotto e Leo Morello. Il tutto amalgamato dalla splendida coreografia di Serenella Fonzar.

La rappresentazione trattava un argomento poco proposto della tragedia nazista: la violenza perpetrata su giovani donne, anche non ebree, che venivano rapite per essere trasportate nei campi di concentramento a svolgere l’umiliante compito di prostitute. “Puttane da campo” venivano chiamate, utilizzate dai soldati delle SS come oggetto di piacere, per dare sfogo alla loro disgustosa aggressività e sottoposte a violenze di ogni sorta. Venivano strappate alla loro vita quotidiana, ai loro affetti più cari e gettate improvvisamente nel buio più nero dell’annullamento della loro persona, del saccheggio del loro corpo, della distruzione della loro dignità di donne; non avevano più nemmeno un nome, ma solo un numero. Usate per brutali esperimenti di farmacologia, chirurgia e genetica, venivano poi spesso uccise, come accade alla fine della rappresentazione alla piccola “bambola” che cerca la fuga dal campo di concentramento, ma viene colpita dal cecchino di turno come fosse una preda di caccia, un colpo di fucile sparato ad un uccellino che cerca la libertà dalla gabbia in cui è stato brutalmente rinchiuso. Abusi sulle donne quindi, argomento purtroppo di attualità se pensiamo a quante donne oggi subiscono violenze gratuite, e con minacce di ogni tipo vengono avviate e costrette al mercato del sesso.