Archivio di: Dicembre 2005

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Un museo: la galleria Guggenheim

Affacciandosi dal ponte dell’Accademia, sul Canal Grande, si può notare una facciata incompiuta. Questa appartiene a Palazzo Venier dei Leoni, che fu l’abitazione di Peggy Guggenheim. Questa donna è sempre stata vicina al mondo dell’arte stringendo, fin da quando era ventenne e lavorava in una libreria di New York, molte conoscenze con esponenti del mondo artistico. Altre amicizie, come quelle con Costantine Brancusi e Marcel Duchamp, iniziano invece quando si stabilisce in Europa nel 1921 e dureranno per tutta la vita. Il suo interesse per l’arte diventa sempre più forte quando apre una galleria d’arte nel 1937 “Guggenheim jeune” e poi un museo d’arte moderna a Londra. Nel 1942 apre a New york la propria galleria-museo “Art of This Century”. La collezione veneziana, oggi di proprietà della Fondazione Solomon R. Guggenheim, è secondo me importante da visitare perché ci permette di ripercorrere i maggiori movimenti e periodi dell’avanguardia, Cubismo (Orfismo, Purismo), Futurismo, Astrattismo europeo (Kandinsky, De Stijl, Suprematismo, Costruttivismo), Surrealismo, Dadaismo; e ammirare opere di Klee, Chagall e dei Metafisici, lavori precursori dell’Espressionismo Astratto, testimonianze di scultura europea (Brancusi, Giacometti, Arp, Calder, Moore), ed arte del dopoguerra. Quello che stupisce di questa collezione è la modernità di Peggy Guggenheim che riesce ad anticipare concezioni artistiche che verranno capite e accettate molto dopo, come accade con Pollock, che deve la propria carriera e il proprio successo in gran parte alla generosità di Peggy e al suo appoggio. La collezione include anche una piccola raccolta di arte tribale dell’Africa e dell’Oceania. Ad arricchire vi sono le opere italiane della Collezione Gianni Mattioli (al Museo in qualità di prestito a lungo termine dal 1997) e i prestiti di scultura europea e americana del ventesimo secolo provenienti dalla Collezione Kasher (Ernst, Giacometti, Arp, Moore, Duchamp-Villon). Secondo me la visita di questo museo è davvero incantevole perché da la sensazione di entrare, non in un museo ma in una casa accogliente ed è interessante perché rappresenta un modo di avvicinarsi all’arte contemporanea in maniera quasi esaustiva. Quello che provo quando esco da questo palazzo è una sorta di invidia verso questa donna che è riuscita ad avere questi capolavori davanti agli occhi in casa sua.

Il quadro che più mi piace e stupisce è “L’impero delle luci” di Magritte in cui è dipinto un luogo notturno sotto un cielo chiaro come di giorno. Solo al secondo impatto lo spettatore si rende conto del surreale di questa scena così realistica. L’autore stesso dice descrivendo questo quadro: “Trovo che questa contemporaneità di giorno e di notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia” (Marcel Parquet, RENE’ MAGRITTE, 2001).

Altre informazioni: www.guggenheim-venice.it

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Conosci te stesso

Nozioni elementari di patologia e cure eventuali. A cura del Dr. Claude Andreini, Fisioterapista

Prima di proporre l’approccio ad una patologia, vorrei ripulire il campo da certe espressioni ambigue:

1. il “dolore: Il dolore è un sintomo. Non è il nome di una malattia. Un trauma, una malattia, provoca dolore, perciò è sempre una conseguenza e non un punto di partenza. Infatti, quello che la gente chiama “dolore” è, nel nostro caso, un’infiammazione articolare di tipo o artritico o artrosico. Nonostante le due parole si assomiglino, esse rappresentano patologie distanti fra loro come lo sono una Ferrari ed un tagliaerba. L’artrite, o reumatismo,  è una infiammazione articolare  su base infettiva, anche se non sempre si riscontra il microbo. La malattia è grave.
L’artrosi, invece, non è una malattia, è semplicemente il risultato di un consumo fisiologico delle articolazioni.

2. il “nervo”: Spesso sento: “go un nervo fora”. Impossibile!
In effetti il nervo non è altro che un cavo elettrico che, come questo, è formato da fili contenuti in una guaina. Come il cavo, serve a fare passare corrente elettrica, dal cervello o dal midollo vertebrale ai muscoli e agli organi del corpo e viceversa. Perciò, un nervo non “va fora”… perché non si muove! Se qualcosa “va fora”, più spesso è la testa dell’Uomo.
Ciò che la gente chiama “nervo” è semplicemente il tendine di un muscolo, o meglio il legamento che tiene stretto un osso con un altro. Essi possono essere “stressati” da variazioni di posizioni abnormi delle ossa, dovute a incidenti più o meno gravi, come fratture, distorsioni o lussazioni, tutte patologie che vedremo in seguito.

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2. il “nervo”: Spesso sento: “go un nervo fora”. Impossibile!
In effetti il nervo non è altro che un cavo elettrico che, come questo, è formato da fili contenuti in una guaina. Come il cavo, serve a fare passare corrente elettrica, dal cervello o dal midollo vertebrale ai muscoli e agli organi del corpo e viceversa. Perciò, un nervo non “va fora”… perché non si muove! Se qualcosa “va fora”, più spesso è la testa dell’Uomo.
Ciò che la gente chiama “nervo” è semplicemente il tendine di un muscolo, o meglio il legamento che tiene stretto un osso con un altro. Essi possono essere “stressati” da variazioni di posizioni abnormi delle ossa, dovute a incidenti più o meno gravi, come fratture, distorsioni o lussazioni, tutte patologie che vedremo in seguito.2. il “nervo”: Spesso sento: “go un nervo fora”. Impossibile!
In effetti il nervo non è altro che un cavo elettrico che, come questo, è formato da fili contenuti in una guaina. Come il cavo, serve a fare passare corrente elettrica, dal cervello o dal midollo vertebrale ai muscoli e agli organi del corpo e viceversa. Perciò, un nervo non “va fora”… perché non si muove! Se qualcosa “va fora”, più spesso è la testa dell’Uomo.
Ciò che la gente chiama “nervo” è semplicemente il tendine di un muscolo, o meglio il legamento che tiene stretto un osso con un altro. Essi possono essere “stressati” da variazioni di posizioni abnormi delle ossa, dovute a incidenti più o meno gravi, come fratture, distorsioni o lussazioni, tutte patologie che vedremo in seguito.
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Gilberta Antoniali

Grispis di mari

Tal musu dal spieli i viodi me mari:
grispis novis
e vui torgui.
Mi clama
mi tocia
si stravieia.
Dut ti fa crodi ca no sedi
E sì ti sos stada
flour e frutan……
Dopu lé scur

Mama

Flour spaurit
giardin sensa soreli
maravea distudada
rabiada cul mont
Combàti par nuia sensa capì.
Dislubiada di lavour
displaseis ingrandis tal sito.
Mans di pluma
ca sgualavin tala tela
ciamisutis cula puntina
e sovrapons ca no finivin mai.
Cussì tal freit
è sgualada la vita.

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La rubrica dei “perché”, dicembre 2005

  • La legge  194, meglio nota come legge sull’interruzione volontaria della gravidanza, è una legge dello Stato che tutela la libertà di scelta delle donne; essa è oggetto in questi ultimi tempi di tante proposte di integrazione (vedi ad esempio la presenza del “Movimento per la vita” nei consultori, o i limiti posti alla sperimentazione della pillola RU 486). Perché?
  • La Costituzione parla, nei suoi principi fondamentali di uguali diritti di tutti i cittadini senza distinzione di sesso ecc., ma l’accesso alla carriera politica da parte delle donne, sembra debba essere stabilito per legge (“Quote rosa”), invocando per altro il principio di libertà per chi deve votarla. Perché?
  • Gli interventi a sostegno della famiglia si concretizzano, quasi esclusivamente, sul Bonus Bebè di  1000 euro dato a tutti indistintamente, anche a Totti. Perché?
  • La nostra Costituzione ripudia, nell’articolo 11, la guerra come mezzo per risolvere le controversie tra Stati. L’Italia è presente in Iraq, teatro di guerra. Perché?

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Cultura, che fatica!

Voglio subito sgomberare il campo dagli equivoci: la mia affermazione iniziale non ha nulla a che fare con la convinzione molto diffusa che, sotto il termine cultura, si nascondano  le manifestazioni più pesanti, poco appetibili o elitarie; sono convinta anzi del contrario perché, come dice un esperto di comunicazione, di cui purtroppo non ricordo il nome, “la cultura non è solo questione di contenuti, ma di modo di presentarli”, quindi….

Io mi riferisco piuttosto alle difficoltà concrete che uno incontra quando si propone come soggetto culturale, soprattutto in piccole realtà come la nostra; tu parti con entusiasmo, perché pensi di fare qualcosa di costruttivo, perché  vuoi mettere in circolo le tue passioni, confrontarti su di esse, stare insieme con altre modalità, ma arriva lo stop: fanno le pulci alle tue intenzioni (“va bene, ma dove vuole andare a parare”), temono che usurpi spazi di altri, ti vedono sempre contro, anche se, come dice Stephane Lissner, Sovrintendente alla Scala, “la cultura non dovrebbe essere né di  destra, né di sinistra… La cultura è per tutti”.

E tu non puoi fare spallucce e tirare dritto, o sognare di andare a vivere a Teglio Veneto, perché non hai grandi mezzi, non hai strutture logistiche autonome, e allora ti arrabatti, medi, cerchi di convincere con un grande dispendio di forze e di tempo. Ma per fortuna non è sempre così: a volte le trattative vanno in porto, a volte ricevi aiuti inaspettati, come quello del privato che ti concede gratuitamente la sede, o quello dell’associazione che ti dà uno spazio, senza chiederti tante spiegazioni, perchè ha fatto suo il principio del servizio, e allora ti rinfranchi e vai avanti.

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dicembre 2005

Diamo qui di seguito alcune informazioni sulle attività, programmate per il 2005-2006, dalla Ruota.

Accanto all’appuntamento di stasera (16-12-05), “Mangiar bene per stare bene” – relatori dott.ssa Francesca Cordaro e dr. Renzo Gerisio, organizzato in collaborazione con la Coop, che è la prima tappa di un percorso intitolato “Saperi – Sapori” e che comprende un “Ricettario eretico: ricette, consigli, frattaglie e pinzillacchere”, a cura di Mariella Collovini presentato sotto forma di lettura scenica (febbraio); un “Ricettario di nonna Lucia” – raccolta di ricette tradizionali locali (maggio); una Cena alla “gruaresa” – incontro conviviale su menù tradizionale (maggio);

prevediamo per il 21 gennaio 2006 di presentare, con la protagonista e i curatori, il libro “Un cielo di cenere” di Elvia Bergamasco, a cura di Imelde Rosa Pellegrini e Ugo Perissinotto – Ed. Nuova Dimensione.

Farà poi seguito l’incontro con il giornalista Luigi Sandri sul tema “Gerusalemme tra sogni di pace e venti di guerra” (marzo). Tale incontro sarà accompagnato dalla presentazione, da parte dell’autore, del libro “Salam Shalom” di Alberto Fiorin – Ed. Ediciclo.

Sarà poi la volta (aprile) di un breve seminario sul linguaggio fotografico, tenuto dal fotografo e socio Claude Andreini.

Altre notizie dettagliate saranno fornite nei prossimi numeri del giornale.

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Uno sguardo al far east…

Trovo che il cinema, congiuntamente alla letteratura o alla musica, sia uno dei modi più semplici ed interessanti per chi si voglia avvicinare, con le debite contestualizzazioni e limitazioni, alla cultura del “centro del mondo” (“Cina”, in cinese). Nel gran clamore che il “fenomeno Cina” sta suscitando a livello mondiale, spesso ci si sofferma molto sugli aspetti e peculiarità socio-politico-economiche che quell’immenso Paese sta mostrando e forse meno o troppo poco sul fermento culturale -intrisecamente correlato alle prime- che da lì muove. Tra le più popolari e potenzialmente “sovversive” espressioni di tal stampo uno spazio rilevante lo ha la cinematografia asiatica -e cinese- moderna.
Quando si parla di cinema cinese è inevitabile allargare il campo ad una moderna “filmografia d’area” (un po’ come possiamo parlare, con molte approssimazioni, di “cinema europeo”), perché è fuor di dubbio che essa scaturisca e sia strettamente correlata con le esperienze provenienti dai paesi confinanti con la Cina.
È fuor di dubbio che oggi (inteso come “da una ventina d’anni”) nascano in tale contesto geografico realtà e personalità molto interessanti e che esse stiano acquistando anche da noi (pur con enormi difficoltà distributive) un progressivo spazio di visibilità ed interesse, fino a qualche anno fa difficilmente apprezzabili.

Un contributo non da poco a tale “sdoganamento” va certamente riservato al “Far East Film Festival” di Udine, che ormai da 7 anni a questa parte raduna nella nostra area cineasti ed appassionati del settore, ma anche l’apertura della 62esima Mostra del Cinema di Venezia con “Seven Swords” del “mitico” Tsui Hark (da più periodici frettolosamente definito “lo Spielberg cinese”) e l’assegnazione della direzione artistica della stessa ad un sinofilo come Marco Müller, sono indubbiamente uno specchio dei tempi.

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Rina Menardi

Conoscevo Rina Menardi come concittadina, mamma attenta e presente; sapevo della sua attività nel campo della ceramica e da tempo apprezzavo le sue creazioni.
In realtà non conoscevo l’artista; incontrandola e conversando con lei, ho potuto scoprire prima di tutto una persona, dotata di un animo sensibile e positivo.
Direi che la sua creatività nasce da lì, e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che ella stessa dice: “Quello che crei rispecchia quello che sei”.
Rina infatti, è un’artista che vive in stretto rapporto con la natura, da cui trae ispirazione per creare le sue forme, pure ed essenziali, capaci di evocare sensazioni sopite.
Il suo imprinting artistico inizia da lontano, quando ancora piccola, osservava affascinata il nonno lavorare alla fucina.
Ricorda che, a parte alcuni corsi di ceramica, frequentati a Perugia e a Faenza, la sua è stata una evoluzione completamente personale, fatta di ricerca e sperimentazione sui materiali, forme, colori, modi di lavorare, andando a riscoprire anche tecniche di lavorazione antiche di duemila anni.
Le sue ceramiche rappresentano insieme arte, design ed artigianato e sono caratterizzate dall’unicità, per forma e colore in ogni singolo articolo. Tutta la produzione è infatti interamente fatta e decorata a mano.

“I riconoscimenti ottenuti, se da un lato mi hanno gratificata, dall’altro mi hanno caricata di responsabilità, dice Rina, ma questo è stato l’inizio di un’avventura impegnativa ed affascinante nello stesso tempo.”
“Così a poco, a poco, il mio laboratorio è diventato una piccola azienda che, sotto la direzione commerciale ed amministrativa di mio marito Valter Milanese, coinvolge oggi una decina di persone.”
“Non è stato facile e non è facile tuttora che operiamo in spazi più ampi; l’impegno profuso rimane sempre molto alto, poiché la nostra realtà, seppur piccola, ha in sé tutta la complessità di un’azienda più grande.
Rivolgendoci a una nicchia di mercato, prevalentemente di fascia alta, è infatti richiesta semestralmente la costante presenza, con nuovi articoli, in fiere internazionali quali Milano, Parigi, Francoforte (un po’ come nella Moda) con un impegno organizzativo non indifferente.

Considerato che tutto quello che comporta il progetto, quali ricerca, ideazione, design, immagine, partecipazione ad eventi fieristici, produzione commercializzazione, logistica ed amministrazione, avviene autonomamente, l’impegno è veramente notevole.”
La produzione è tutta destinata direttamente ai negozi finali: circa l’ 80% al mercato internazionale e il 20% a quello nazionale; nella nostra zona è presente a Portogruaro da “Lan-gola” via Spalti 48 – angolo S.S. Martiri).
In Internet, utilizzando un motore di ricerca (ad esempio Google) e digitando “Rina Menardi”ci si può fare un’idea del suo lavoro.
L’anima di tutto è e resta lei, Rina, che riesce a trasmettere ai suoi collaboratori la sua stessa forza creativa facendo appello alla responsabilità e allo spirito d’iniziativa di ciascuno.

Sito ufficiale

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Le primarie a Gruaro

Pensiamo di fornire un piccolo contributo all’informazione locale, rendendo pubblici i risultati delle elezioni primarie del Centrosinistra, svoltesi domenica 16 ottobre 2005.
A livello comunale i votanti sono stati 166 e rappresentano circa il 27% della base elettorale del Centrosinistra  comunale, mentre la ripartizione dei voti tra i 6 candidati che si sono proposti quali presidente del Consiglio, in caso di vittoria del Centrosinistra alle prossime elezioni politiche, è stata la seguente.

Come si può notare anche in quel di Gruaro vi è stata una notevole sintonia con i risultati espressi a livello nazionale, infatti Romano Prodi è stato votato dal 74% dei 4.311.149 cittadini che hanno partecipato alle elezioni organizzate dall’Unione di Centrosinistra. Negli oltre 10.000 seggi allestiti in Italia, attraverso l’impegno volontario e gratuito di un grandissimo numero di cittadini, si è assistito ad una manifestazione popolare senza precedenti, dove gli elettori, con passione, entusiasmo, desiderio di contare si sono liberamente e pacificamente espressi. Ora si tratta di dare continuità a questo desiderio di partecipazione, attivando tutti gli strumenti per illustrare la proposta del “Progetto Prodi” per far ripartire l’Italia. A tale scopo prenderà il via nel mese di dicembre e fino alle elezioni politiche della prossima primavera l’iniziativa “INCONTRIAMOCI”, che cercherà di mettere in risalto i maggiori problemi nazionali e del nostro territorio.

“L’UNIONE” – Comitato di Gruaro