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Articoli di jetto

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“Paesaggi fluviali nel Veneto Orientale”, a cura di Francesco Vallerani

Segnalo che venerdì 2 marzo 2012 alle ore 20.45, ospiteremo il prof. Francesco Vallerani dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, per una conferenza dal titolo: “Paesaggi fluviali nel Veneto Orientale: da patrimonio ambientale a opportunità per una urbanistica sostenibile”.

FRANCESCO VALLERANI, nato a Camposampiero (PD) il 7 giugno 1954, si è formato presso il Dipartimento di Geografia dell’Università di Padova, sotto la guida dei Proff. G.B. Castiglioni e M. Zunica, laureandosi in Lettere nel 1978.

Dall’anno accademico 2008/2009 assume la docenza di Storia della Geografia e delle Esplorazioni per la Laurea Magistrale Acel, avviando così un nuovo filone di ricerca dedicato allo studio dei viaggiatori in età coloniale, con particolare riguardo all’outback australiano. Sempre nel 2009 ha coordinato un numero monografico della rivista La Ricerca Folklorica dedicato alla navigazione tradizionale in ambienti anfibi.

Nel 2010 ha avviato un progetto di ricerca, con la collaborazione del collega Antonio Paolillo e con la Fondazione Ligabue di Venezia, sull’evoluzione geostorica dei paesaggi antropici nei LLanos de Mojos, nelle regioni del Beni e del Chapare boliviano. Ha diretto l’attività di ricerca sul campo portata a termine nel novembre del 2010.

L’incontro si terrà  presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento ed invito come sempre tutti a segnalare la serata.

Vi attendiamo numerosi!

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Giorno della memoria 2012, “Vite prigioniere”

Salve a tutti, e nuovamente buon principio.

Quest’anno, per la serata celebrativa del Giorno della Memoria, abbiamo scelto un episodio di piccola storia locale, per valorizzare la figura di uomo, che come tanti, si sono trovati loro malgrado protagonisti inconsapevoli della brutalità della guerra.

La storia è quella di Giovanni Antoniali, internato del campo di concentramento di Halle sul Saale (Buchenwald), nel ricordo della figlia Gilberta.

Informazioni sul sottocampo di Halle si possono trovare sul sito del Museo Memoriale Statunitense dell’Olocausto (solo in lingua inglese).

La serata si terrà venerdì 27 gennaio 2012 alle ore 20:45, presso la Sala consiliare del Comune di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento e Vi invito come sempre a segnalare la serata.

  'Vite prigioniere', giorno della memoria 2012 (700,1 KiB, 57 download)
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Buona fine e buon principio!

Con l’auspicio che il prossimo anno si riveli migliore del corrente, ma con la ragionevole consapevolezza che difficilmente così potrà essere, auguriamo comunque di cuore ai nostri compagni, amici, collaboratori ed a voi visitatori tutti, una buona fine 2011 ed un buon principio 2012.

Ci risentiamo comunque molto presto: a gennaio con il consueto appuntamento celebrativo del Giorno della Memoria, venerdì 27 gennaio 2012, che anche quest’anno ci vedrà collaborare con la compagnia teatrale “La Bottega” di Concordia Sagittaria.

Poi a febbraio, con una serata sulla chinesiterapia, tenuta dal nostro sodale Klauss, e tra febbraio e marzo per un incontro un po’ particolare, degnamente celebrativo della stagione invernale.

Vi ricordo che sulla nostra galleria potete trovare le foto della visita alle Gallerie dell’Accademia di Venezia (a breve quelle della visita a Ferrara).

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La crisi economica, in Italia

Tra i tanti stimoli che l’attuale crisi economica propone, due sono le riflessioni che mi vengono in mente per analizzare la situazione in cui ci troviamo.

La prima è la necessità di discernere -tra le molteplici- le opinioni realmente competenti, o ragionevolmente fondate, dell’economia capitalista e finanziaria che abbiamo creato e di cui viviamo. E da marxista (eterodosso) credo che il modo migliore sia quello di leggere e studiare gli interventi di chi si occupa professionalmente ed attivamente di queste tematiche, in particolar modo gli economisti cosiddetti “liberisti” (*).

Se è vero infatti che l’economia (come la medicina, peraltro) non è una scienza esatta, è altrettanto vero che non è una disciplina semplice, e dunque incomprensibile, se non si tenta almeno in parte di cogliere gli elementi o gli strumenti di base fornibili da coloro che si occupano professionalmente, o semplicemente studiano, questi temi. I modelli economici e macroeconomici di oggi in particolare si sono fatti molto complessi e variamente interpretabili. Le soluzioni non sono mai completamente risolutive ed i modelli predittivi non sono degli assoluti. Altrettanto vero è che viviamo in un mondo complesso, in cui i bisogni e le variabili mutano continuamente, e dunque risulta difficile, anche per attenti studiosi, capire i comportamenti dei mercati finanziari o le scelte dei governi politici.

Sgombriamo dunque il campo dai dubbi: non esistono “bacchette magiche” ed ogni scelta di politica economica rischia di non essere definitiva, ma di dover essere integrata e commisurata alle conseguenze che comporta, e spiegata chiaramente ai cittadini che la subiscono o la invocano.

La seconda riflessione è relativa alle definizioni di alcune “parole chiave” che si sentono spesso citare a sproposito nel dibattito politico-economico:
1) i “mercati” e (alternativamente) la “finanza” come Sauron, l’oscuro signore di Mordor, assolutamente tendenti al Male e bramosi di muoverci guerra per distruggerci;
2) il “debito pubblico” come una variabile indipendente, discesa dal cielo e del quale non abbiamo responsabilità passata o futura (“perchè dovrei preoccuparmi dei posteri, cos’hanno fatto i posteri per me?”);
3) lo “stato sociale” (pensioni, sanità, istruzione e tanto altro) come qualcosa di indefinitamente eterno, per i quali non bisogna lottare o sacrificarsi;

Precisando che non ho alcuna simpatia per le banche o per i mercati finanziari, o più in generale per il sistema fin qui costruito, ma che abbiamo NOI costruito attraverso ben definite scelte politiche ed individuali, vorrei chiarire quanto segue:

1) i “mercati” siamo noi, per il semplice fatto di vivere in una società dei consumi.

Nel momento in cui decidiamo di investire dei risparmi (se ne abbiamo) in un’operazione finanziaria (titoli di stato, obbligazioni, azioni, autonomamente od affidandoli ad un terzo), immobiliare (una casa, un appartamento, un terreno) od imprenditoriale (una fabbrica, uno studio, un negozio, un’attività di qualsiasi tipo), prendiamo parte al “mercato”. Anche se non siamo risparmiatori, imprenditori, inquilini, proprietari di casa o lavoratori, nel momento in cui decidiamo di soddisfare un bisogno economico (sia uno di base come quello di mangiare, od uno più lieve come fare una vacanza) acquistando un bene, accettiamo l’idea di essere in un “sistema di economia di mercato”. Assurdo negarlo.
Per inciso, una reale opposizione a tale sistema economico la dispose Stalin in Unione Sovietica, con l’abbandono della NEP, ma anche Mao o altri politici comunisti, nella storia e nel mondo.

La “finanza” è un meccanismo generato da, ed indispensabile a, questo sistema di economia di mercato. Nel momento in cui attribuiamo un valore al denaro-merce (valutabile in un certo interesse), abbiamo bisogno di enti (banche, finanziarie, assicurazioni) e strumenti (mutuo, finanziamento, cessione di credito, titolo di Stato, emissione di obbligazioni, collocamento azionario) per gestire  questo denaro; e abbiamo anche la possibilità (anche qui per PRECISE scelte politiche) di “giocare” con questo denaro in maniera sempre più complessa (derivati, vendite allo scoperto, opzioni…). Da ogni operazione può o non può derivare un guadagno (rendita finanziaria), che, tassato per un certo importo, rientra in parte anche nelle casse dello Stato.
La signora anziana che comprava i BOT negli anni ’70 è parte di questo sistema tanto quanto la FIAT od altre aziende industriali quotate in borsa che si reggono sugli andamenti dei mercati finanziari (FIAT sarebbe fallita da tempo senza l’utilizzo di efficaci strumenti finanziari…). Se non teniamo conto che la finanza è INTRINSECAMENTE indispensabile e legata al nostro sistema, non possiamo avanzare nessuna proposta alternativa.

All’interno della finanza vi sono e vi sono state innumerevoli storture ed incongruenze (la reale efficenza delle famose agenzie di valutazione, i compensi multimilionari dei top-manager di società e banche, l’utilizzo di strumenti per evadere il fisco, la tassazione delle rendite inferiore rispetto al reddito, le innumerevoli truffe da parte di bancari e agenti assicurativi nel consigliare investimenti sbagliati o rischiosi), ma tutte consentite da precise SCELTE politico-ideologiche di “liberalizzazione” e “deregolamentazione” dei mercati e servizi finanziari. Ciò, unito ad una politica monetaria (cioè delle Banche Centrali, cioè degli Istituti che battono moneta) a dir poco dissennata, con l’eccessiva circolazione di denaro a basso tasso di interesse, ha aggravato e contribuito alla crisi attuale.
Una delle caratteristiche principali della finanza, contrariamente alla cosiddetta “economia reale”, è di essere un gioco a somma zero (anche se il dibattito in materia è aperto), cioè un sistema che non crea ricchezza, ma che semplicemente la sposta.

(segue a pag. 2)

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“Energia e futuro. Le opportunità del declino”, incontro con Mirco Rossi

Salve a tutti.

Segnalo che, grazie ai nostri amici dell’ANS, ospiteremo anche a Gruaro, venerdì 2 dicembre 2011 alle ore 20.45, il dott. Mirco Rossi, che ci relazionerà sul tema “Energia e futuro. Le opportunità del declino.”

Mirco Rossi, studioso veneziano, esperto divulgatore in problemi energetici, socio di ASPO Italia, (sezione italiana di ASPO International, The Association for the Study of Peak Oil) e membro del Comitato Scientifico della rivista Ambiente-Risorse-Salute edita a Padova dal Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente. Svolge da molti anni un’intensa attività di divulgazione in ambito scolastico e sul territorio nel centro-nord Italia.

Sul tema ha recentemente pubblicato la seconda edizione aggiornata del libro “Energia e Futuro. Le opportunità del declino.”, in cui con linguaggio semplice, ma scientificamente rigoroso, amplia le considerazioni svolte nelle proprie conferenze.

L’incontro si terrà  presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento ed invito come sempre tutti a segnalare la serata.

Vi attendiamo numerosi!

  Energia e futuro, incontro con Mirco Rossi (362,3 KiB, 19 download)
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“Quando suonavano le belle trombe”. Miti, storie, passioni e musica

Salve a tutti.

Venerdì 28 febbraio 2011 alle ore 21 riprendiamo le nostre attività con una serata musicale (ma non solo…), curata dal nostro compagno e sodale dandazz.

Di seguito la descrizione della serata:

Il titolo riprende le parole di un Lied di Mahler (“Dove suonano le belle trombe”), ma vuol riferirsi a un’epoca in cui la musica era determinante nell’incanalare e rafforzare passioni e ideali forti: le “belle trombe” sono i suoni che richiamano la condivisione dell’utopia, la tensione immaginativa; il “quando suonavano”, al passato, è un riferimento alla perdita di una dimensione compartecipata di ideali e speranze.

L’incontro si avvarrà di spezzoni filmici e frammenti musicali, sia per vedere la storia di ieri con gli occhi di oggi, sia per sottolineare quali dimensioni della musica vengono di volta in volta utilizzate (razionalmente o inconsciamente) per creare legami o suggerire significati…

La serata si terrà presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento ed invito tutti a segnalare la serata.

  'Quando suonavano le belle trombe', a cura di Daniele Dazzan (308,0 KiB, 11 download)
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Filmmakers al chiostro 2011, la notte horror (una recensione)

Pordenone, 12 luglio – 23 agosto 2011

Dopo una serata inaugurale piuttosto deludente (magari ne scriverò…), il secondo appuntamento con “Filmmakers al chiostro” 2011, festival di cortometraggi di giovani autori che si tiene al Chiostro dell’ex-Convento di San Francesco a Pordenone, è per martedì 19 luglio 2011 con la “NOTTE HORROR“, che si profila come tra le più interessanti (almeno per me). Ho infatti sempre provato una certa simpatia per il genere, che ben si addice e presta alle più svariate sperimentazioni o “attacchi” al gusto e genere cinematografico mainstream.

Purtroppo, e nonostante le buone attese, devo ammettere che solo un paio di corti sono riusciti ad impressionarmi per originalità od irriverenza e che a volte il fenomeno di citazionismo ed omaggio ai maestri del passato (osservabile praticamente in TUTTI i lavori), è risultato sovrabbondante, se non addirittura  ostacolante, un’espressività autenticamente personale ed originale.

Non è un caso che “trionfatore” della serata si sia poi rivelato il film del nostrano Francesco Roder, tra tutti sicuramente quello con meno pretese, ma con tanta e gustosa genuinità (lo ammetto, anche io gli ho dato 3/4, e ho adorato la protagonista).

Per ragioni di lunghezza ho diviso le recensioni in più articoli:

0. La videoanimazione introduttiva: “La violenza è kattiva” di Diego Lazzarin (fuori concorso)  [3 min]

1. Il primo corto in concorso: “A joke of too much” di Francesco Picone [9 min]

2. Il divertente, nonchè vincitore della serata: “Bloody toner” di Francesco Roder [6 min]

3. L’opera più “formale” e meglio curata: “Darkness within” di James Kendall [20 min]

4. Il corto indubbiamente più sperimentale: “Anatomy” di Vincenzo Pandolfi [3 min]

A seguire una tripletta di lavori che ripropone gli immancabili protagonisti del genere horror: gli zombie! Da sincero ammiratore di George Romero e dei suoi amati non-morti sono molto incuriosito, ma i risultati sono altanelanti: dei tre corti quello che meglio ne ha interpretato lo spirito è stato sicuramente l’ultimo, ma andiamo con ordine.

5. Zombie movie #1: “Durante la morte” di Davide Scovazzo [14 min]

6. Zombie movie #2: “Betania” di Andrea Giomaro [20 min]

7. Zombie movie #3: “Scusa amore” di Ichi (Federico Scargiali) [5 min]

L’ultimo corto proiettato invece è parte della “retrospettiva spagnola” che il festival dedica al cinema indipendente iberico:

8. “Juan con miedo” di Daniel Romero [11 min, v.o.]

Ed infine…

I risultati delle votazioni del pubblico (si potevano esprimere voti da 1 a 4):

1° classificato: “Bloody Toner” di Francesco Roder, con una lusinghiera media voto di 3,30 !

2° classificato: “Darkness Within” di James Kendall con una media voto di 2,92.

3° classificato: Betania di Andrea Giomaro con una media voto di 2,88.

Altre info e commenti qui (per chi ama i social network).

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“La violenza è kattiva” di Diego Lazzarin

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La serata si apre come di consueto con una videoanimazione: La violenza è kattiva” di Diego Lazzarin, di cui ho apprezzato intenti (?) ed idee, ma il cui amalgama mi ha poco convinto.

Guerra, sesso, gore, morte (bellissimo lo scheletro a tre teschi!), orge di violenza, king kong, new york e la tour eiffel, insomma gli elementi ci sono tutti ed alcuni molto interessanti (adorabile quella sorta di Osama concubina della guerra al terrorismo, o almeno io così l’ho letto…): musica elettronica martellante, fotografia rosso sangue dominante, eros-thanatos (fulcro dei nostri tempi), character design ed effetti digitali grezzi al punto giusto e molto “ottantiani”.

Però ad un certo punto, lo ammetto, mi sono perso… manca un elemento catalizzante, che funga da cornice alla perversa psiche dell’autore e ci si trova catapultati in un mondo tutto fine a se stesso (forse avrei apprezzato di più se fossi uno psicanalista…).

Il blog dell’autore.

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“Scusa amore” di Ichi

Il penultimo film della nottata (è quasi mezzanotte), è il migliore del trittico zombie-movie, nonchè il più brutale, splatter ed irriverente!
Girato con un cellulare “a zero budget” (e non è difficile notarlo), Scusa amore” di Federico Scargiali (in arte “Ichi”: un nick, un programma), non ha alcuna pretesa di originalità o profondità, ma la freschezza dell’irriverenza ed il gusto del gore non mancano di certo.

Serve raccontare la trama? Una coppia scappa da un turbinìo di zombi lanciati al loro inseguimento e si nasconde in un imprecisato stabile. Solo che lui viene morso e lei è incinta, quindi “Scusa amore”, ma ti devo spaccare la testa con un’accetta! Nella confusione che segue, tra la “sistemazione” del cadavere ed il continuo assalto dall’esterno non viene lesinato nulla, ma proprio nulla, allo spettatore, fino ad un’eccezionale e divertente crescendo finale.

Insomma un film immancabile per una “horror night” che si voglia dire, ma anche un lavoro curato, almeno nel montaggio e nel comparto sonoro, seppur costretto (da evidenti limiti tecnici) ad un effetto fotografico sporco ed ottantiano.

Regista da rivedere con budget e mezzi più appropriati!

Voto 3/4

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“Betania” di Andrea Giomaro

Il secondo zombie-movie, e sesto corto della serata è Betania” di Andrea Giomaro. Come gentilmente esplicatoci dal simpaticissimo regista, “Betania” è il nome della città di Lazzaro, “il primo non morto della storia”, e da lì il titolo prende spunto.

E’ la storia di un’anatomopatologa che viene convocata nel fantomatico villaggio di Betania per presenziare al funerale dell’amatissimo nonno, che l’ha nominata propria erede universale. Svolta la sparutissima cerimonia, in un ambiente dominato dal sospetto e dall’abbandono, il sacerdote officiante, nonchè esecutore testamentario, la conduce alla casa del nonno, ove la protagonista sbadatamente dimentica il proprio telefono cellulare.
Al ritorno per recuperarlo le soprese non mancheranno…

“Betania” è ancora una volta un omaggio ai classici del genere con questa tematica del sacro-profano, della realtà apparente e delle verità nascoste, immerso in buone location ed interpretato da bei comprimari, confezionato inoltre con una bella fotografia desaturata (ovvia l’eccezione del rosso) e condito da una discreta regia ed ottimi effetti speciali.
Però troppe sono le pecche che lo segnano: in primis la scelta di una protagonista poco espressiva e poco calata nella parte, poi da una scarsa attenzione per i dialoghi e per le interpretazioni ed infine, anche qui, da una scontata prevedibilità della trama.

Spiace dirlo, ma non ci sono colpi di scena, nè parti particolarmente crude od impressionanti, nè tantomeno soprese o punti di vista originali. Rimane un’ottima confezione, ma permane sempre questa sgradevole sensazione che le cose avrebbero potuto prendere una piega differente… Insomma un’opera che aggiunge poco al genere, e che avrebbe dovuto osare di più.

Voto 2/4

il sito ufficiale del regista

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