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Laboratori didattici a “In Hoc Signo”

Dopo aver parlato di chiese o musei in questo articolo vorrei soffermarmi su di una mostra, che in questo periodo (dal 4 aprile al 31 agosto 2006) si sta svolgendo tra Portogruaro e Pordenone, dal titolo “In hoc signo il tesoro delle croci”. Il tema, come si può intuire dal titolo, è la raffigurazione del simbolo della croce, in tutte le sue accezioni.

A Portogruaro sono esposti i reperti più antichi, che hanno datazione dal ‘400 al 1500, che si possono vedere alla chiesa di San Luigi e Cristoforo e anche una sezione dedicata all’arte contemporanea, ospitata ai Mulini. A Pordenone, presso l’ex convento di San Francesco, invece si trovano gli oggetti che hanno datazione dal 1400 al 1800; e alla sala espositiva della Provincia c’è una sezione dedicata alla trattazione fotografica del tema; qui è visibile una fotografia di Claude Andreini, nostro socio.

In questo caso però non è mia intenzione spiegarvi cosa potete trovare in questa mostra o i motivi per cui può essere interessante visitarla; scelgo infatti di soffermarmi su di un aspetto un po’ particolare legato a questa manifestazione: le visite guidate animate e i laboratori didattici, organizzati per i ragazzi delle scuole elementari e medie.

Queste attività si svolgono sia a Portogruaro che a Pordenone e hanno la durata di circa un’ora e mezza: metà del tempo viene dedicata alla visita guidata e il restante tempo al laboratorio.

Ci si può chiedere perché abbia messo accanto alla parola visita guidata l’aggettivo animata; questa scelta è facile da spiegare poiché questo tipo di visita non consiste nella solita spiegazione degli oggetti esposti che, data l’età del pubblico a cui ci si rivolge, potrebbe risultare noiosa; ma nella conoscenza degli oggetti attraverso il gioco. Gli organizzatori hanno puntato molto sul coinvolgimento dei ragazzi, scegliendo le opere che potessero avere degli aspetti curiosi e divertenti, cercando però di far loro comprendere l’importanza di quello che stavano osservando; in particolar modo, si è cercato di spiegare il significato di alcuni termini (ad esempio reliquiario, croce astile stauroteca) che magari non sono di così facile comprensione, il tutto sempre tramite il gioco.

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La rubrica dei “perché”, giugno 2006

  • Perché l’Amministrazione locale non ha ancora redatto un regolamento che disciplini l’utilizzo delle strutture e degli spazi pubblici da parte delle varie associazioni comunali, negandone l’uso senza fondate motivazioni?
  • Perché l’Amministrazione locale continua a privilegiare le opere pubbliche (non sempre utili) e non i servizi alle persone? (Es. Centro comunale per anziani, servizio mensa alle persone in difficoltà)?
  • Perché gran parte dei segnali stradali delle strade comunali, soprattutto quelli di pericolo, sono fatiscenti?
  • Perché il “Gruaro Oggi”, foglio d’informazione, cultura e tradizioni locali, finanziato con il denaro pubblico, nei fatti è l’organo d’informazione della maggioranza politica che amministra il Comune? Dov’è la pluralità e la completezza dell’informazione?
  • Perché la rotatoria di Malcanton è contestata in maniera rabbiosa e decisa da un consigliere di maggioranza della Regione? Il progetto, finanziato anche dai fondi regionali, non è stato oggetto di decisione comune condivisa?
  • Perché non si rende noto alla popolazione il costo dell’inaugurazione delle  ultime due opere pubbliche, visto che si parla di tagli alle spese e si lamenta la scarsità di risorse finanziarie degli enti locali?

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…senza sussulti e in modo continuo

Le proposte culturali attuate in questi mesi dalla nostra associazione, hanno registrato un confortante riscontro, valutate le presenze alle nostre iniziative; sappiamo infatti come la parola cultura susciti, a volte, una certa diffidenza.

La serata (17/03/2006), sulla questione israelo-palestinese, ovvero “Gerusalemme tra venti di guerra e sogni di pace” (*) è stata affrontata dal giornalista Luigi Sandri, con competenza ed equilibrio. Il relatore ha inquadrato storicamente il problema palestinese, e attraverso testimonianze dirette, fatti e avvenimenti conosciuti, ha semplificato, senza banalizzare, l’intricata matassa medio-orientale. Sicuramente ha dato ai presenti, molto attenti ed interessati, una chiave di lettura critica offrendo spunti di riflessione diversi dall’informazione ufficiale.

Di altro sapore la serata successiva (24/03/2006) di presentazione del libro “Salam Shalom” ovvero un viaggio in bicicletta da Venezia a Gerusalemme.
L’autore Alberto Fiorin, ha raccontato il viaggio in Terra Santa con la “spedizione ciclistica” “Strade di Pace”. Aiutandosi con foto significative, ci ha trasmesso le emozioni dei magici paesaggi dell’Oriente e gli incontri con le popolazioni a cui è stato portato un messaggio di pace. Rassicurante per gli amanti della bicicletta, l’incoraggiamento che anche i non atleti possono affrontare viaggi di tal fatta.

Un’altra simpatica  serata, riservata a un gruppo di “coraggiosi” ha avuto come oggetto “Un’esperienza di scrittura creativa”, condotta dal prof. Mirco Stefanon.
Il nostro animatore è riuscito a fugare tutte le riserve e i timori dei presenti che si sono lasciati prendere dai giochi linguistici proposti, liberandosi dalle inibizioni legate alla scrittura.

Tre serate (4-11-30 maggio 2006) sono state  dedicate al linguaggio dell’immagine fotografica, condotte dal fotografo e socio Claude Andreini. Il tema non riguardava l’uso dello strumento, bensì la componente retorico-concettuale che sta dietro la foto. Attraverso la lettura di fotografie di vari autori, l’esperto, interagendo con i presenti, ha messo in luce le caratteristiche evidenziate nella parte teorica. Anche se non si è fotografi, conoscendo alcune componenti che stanno alla base di una fotografia, si riesce a valutare con maggiore competenza qualsiasi immagine di cui abitualmente si è fruitori passivi.

In data 12/05/2006, la nostra associazione ha collaborato, con lo “Slow food” di San Vito al Tagliamento, nella realizzazione di un incontro “gastronomico-letterario” nella sede del vecchio Ospedale dei Battuti. Qui è stato proposto come lettura scenica con accompagnamento musicale il  “Ricettario eretico: ricette, consigli, frattaglie ed altre pinzillacchere”, raccolta antologica di brani di poesia e prosa, a cura della prof.ssa Mariella Collovini.
La serata ha avuto una sua degna conclusione con assaggi di prodotti tipici della zona.
E’ intenzione della “Ruota” presentare la serata, con modalità simili, anche a Gruaro.

Il prossimo referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006 è stato il motivo che ha spinto l’associazione a dedicare una serata informativa (05/06/2006) sulla modifica apportata alla Parte II della Costituzione con la legge approvata dal Senato il 16 novembre 2005.
Questo, per aiutare i cittadini a votare in modo consapevole, vista la complessità della materia e del quesito e la scarsa informazione data, fino ad ora, dai “mass-media”.

(*) Il tema è trattato nel libro: Città santa e lacerata. Gerusalemme per ebrei, cristiani, musulmani, ed. Monti

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Tre serate (4-11-30 maggio 2006) sono state dedicate al linguaggio dell’immagine fotografica, condotte dal fotografo e socio Claude Andreini.

Il tema non riguardava l’uso dello strumento, bensì la componente retorico-concettuale che sta dietro la foto. Attraverso la lettura di fotografie di vari autori, l’esperto, interagendo con i presenti, ha messo in luce le caratteristiche evidenziate nella parte teorica.

Anche se non si è fotografi, conoscendo alcune componenti che stanno alla base di una fotografia, si riesce a valutare con maggiore competenza qualsiasi immagine di cui abitualmente si è fruitori passivi.

In data 12/05/2006, la nostra associazione ha collaborato, con lo “Slow food” di San Vito al Tagliamento, nella realizzazione di un incontro “gastronomico-letterario” nella sede del vecchio Ospedale dei Battuti. Qui è stato proposto come lettura scenica con accompagnamento musicale il “Ricettario eretico: ricette, consigli, frattaglie ed altre pinzillacchere”, raccolta antologica di brani di poesia e prosa, a cura della prof.ssa Mariella Collovini.

La serata ha avuto una sua degna conclusione con assaggi di prodotti tipici della zona.

E’ intenzione della “Ruota” presentare la serata, con modalità simili, anche a Gruaro.

Il prossimo referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006 è stato il motivo che ha spinto l’associazione a dedicare una serata informativa (05/06/2006) sulla modifica apportata alla Parte II della Costituzione con la legge approvata dal Senato il 16 novembre 2005.

Questo, per aiutare i cittadini a votare in modo consapevole, vista la complessità della materia e del quesito e la scarsa informazione data, fino ad ora, dai “mass-media”.

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Lettera aperta al Sindaco di Gruaro (o della concessione degli spazi pubblici)

Egregio signor Sindaco,

siamo l’Associazione culturale “La Ruota” di Gruaro, che lei già conosce, e con la presente vogliamo segnalare una situazione incresciosa, che si è verificata più volte, quando ci siamo rivolti a lei, o all’assessore competente, per richiedere uno spazio, nella fattispecie la sala consiliare o villa Ronzani, per le nostre manifestazioni più significative. Forse abbiamo sbagliato nel redigere la domanda: sarebbe stato più giusto chiamare la prima, sala polifunzionale, perchè così è denominata nella targa apposta all’ingresso; forse se così avessimo fatto, ribadendo questa natura, sarebbe stato più facile averla?

A volte, a giustificazione della non concessione, ci è stato detto che la suddetta sala non può essere data in uso ad una associazione più di una volta all’anno, ma questa non ci sembra una risposta convincente, perchè, senza togliere niente a nessuno e riconoscendo la valenza di ogni forma di associazionismo, le finalità sono diverse e se una associazione culturale come la nostra, si presenta al pubblico ogni 365 giorni, può chiudere. A sostegno di quanto detto e per non correre il rischio di apparire dei millantatori, vogliamo ricordare qui di seguito, sinteticamente, le nostre attività, quelle messe in atto in questo secondo anno di vita dell’associazione, che sono state molteplici e che sono andate dagli incontri con esperti su temi di largo interesse, come alimentazione, questione medio-orientale, riforme istituzionali; alla presentazione, con la partecipazione degli autori, di libri; alla lettura scenica di testi letterari; a laboratori di scrittura creativa e di decodifica del linguaggio fotografico.

Per quanto riguarda Villa Ronzani poi, non ci è mai stata data una spiegazione della risposta negativa e allora viene spontaneo porsi delle domande:

  • Il veto è automaticamente esteso all’una e all’altra sede?
  • Non é staticamente sicura?
  • E’ stata già concessa in esclusiva ad altre associazioni?

Tanti interrogativi…e le risposte? Riconosciamo che ci è stata data più volte la possibilità di usufruire della Sala della associazioni, ma essa, vista la sua ridotta capienza, non è sempre adatta allo scopo che ci prefiggiamo con le nostre iniziative: raggiungere il maggior numero possibile di persone.

Cercando di tirare le fila, signor Sindaco, ricordato che, quelle di cui si parla, sono strutture pubbliche, destinate per loro natura ad accoglier i cittadini, nella duplice veste di spettatori e di protagonisti, e che all’amministrazione compete il ruolo di custodire il bene in oggetto e di regolamentarne l’accesso, non chiediamo trattamenti di favore, privilegi, ma semplicemente la certezza della regola; secondo noi, sarebbe tutto più facile se ci fosse un regolamento scritto, con norme fissate e valide per tutti (perchè siamo convinti, come Socrate, che sia preferibile una legge anche imperfetta a nessuna legge) ed è questo, in definitiva, che le chiediamo di fare: redigere ed attivare un regolamento.

Inoltre, signor Sindaco, ci piacerebbe che le nostre richieste avessero una risposta scritta, perchè così non si corre il rischio di equivocare. Concludendo, le facciamo una proposta: perchè non incominciare subito, rispondendo a queste nostre domande?

In attesa che ciò avvenga, le porgiamo i nostri saluti.

Associazione culturale “La Ruota”

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Politica, istruzioni per l’uso

“La politica è una cosa sporca”. “In che senso?” “Nel senso che i politici promettono tanto, ma una volta eletti fanno solo i loro interessi. Quando parlano usano un linguaggio incomprensibile; di fronte a una sconfitta elettorale, spesso voltano gabbana e vanno con i nuovi vincitori”. “E allora?” “Allora le persone per bene pensano ai fatti loro e non si occupano più di politica”.

Sembra una conversazione surreale, ma tutti noi abbiamo assistito a discorsi di questo genere. Viene da chiedersi se questo modo di ragionare sia dovuto alla scarsa informazione oppure ad una posizione di comodo. E’ chiaro a tutti che gli strumenti in sé non sono né buoni né cattivi, dipende da come vengono usati: il coltello che si adopera in cucina per gli usi domestici può essere usato anche per uccidere; il denaro può essere usato per acquistare l’abitazione, ma anche per corrompere; la vettura che usiamo per andare al lavoro o in vacanza può diventare strumento di morte se si va troppo veloci o contromano.

Dunque non è questo il problema. Allora perché tanta diffidenza verso chi si occupa di politica? Intanto qual è il significato di questa parola? La parola deriva dal greco polis che significa città. Sta quindi per gestione degli interessi della cosa pubblica, ovvero interessi generali.
Lo strumento perciò è nobile, destinato a procurare il benessere di tutti, ma dipende appunto da come lo si usa. Dobbiamo forse rinunciare all’automobile per recarci al lavoro perché qualcuno, andando contromano, potrebbe investirci? C’è per questo il codice della strada che obbliga a non andare contromano e a ridurre la velocità: dunque regole e rispetto delle stesse. Anche la politica ha molte regole. Ci sono: la Costituzione, il codice civile e penale, le leggi elettorali, e molte altre che purtroppo vengono spesso disattese.

Certo la questione non è nuova. Anche Dante Alighieri, ai suoi tempi, si lamentava del mancato rispetto delle leggi “Le leggi ci son ma chi pon mano ad esse?” diceva sconsolato.

A questo proposito è emblematico lo scandalo del calcio scoppiato in queste ultime settimane: partite truccate, dirigenti ed arbitri corrotti e così via. In conseguenza di questo scandalo, dovremmo forse decidere di non praticare più il gioco del calcio, in quanto considerato un gioco sporco? Certo che no! Tutti siamo d’accordo nell’affermare che il calcio è uno dei giochi più belli del mondo. Basterà dunque impedire che dei malandrini lo trasformino in malaffare per scopi che nulla hanno a vedere con lo sport. Naturalmente, chi ha interesse che il malaffare continui, cercherà di tenere lontano chi glielo può impedire. Ma per obbligare costoro al rispetto delle regole ci sono dei mezzi molto efficaci ed alla portata di tutti che si chiamano: interessamento e partecipazione.

La vera democrazia si fonda appunto sulla partecipazione che produce maggiore conoscenza, corretta informazione e, di conseguenza, maggior controllo e possibilità di ricambio delle cariche pubbliche.
Ci sono persone che durano in carica una vita come se fossero indispensabili. La saggezza popolare insegna che tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile e che morto un papa se ne fa un altro. Dalla natura impariamo che l’acqua è quella che scorre, mentre quella stagnante imputridisce.

La politica, dunque, non è un’attività da evitare perché ci sono dei “furbi” che la strumentalizzano; faremmo il loro gioco.
Serve piuttosto prevenire i malanni partecipando più spesso ai dibattiti sociali e politici. Sarà più facile capire se, chi si candida a rappresentarci è animato da spirito di servizio o da interesse personale; poi nel rispetto delle varie opinioni, vinca il migliore!

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Referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006

Nel caos generato dal “marasma istituzionale” di questo periodo (elezioni politiche, elezione del Presidente della Repubblica, insediamento del nuovo governo, elezioni amministrative), ben pochi osservatori e commentatori si sono curati di riservare  uno spazio consono al fondamentale (quanto raro ed importante) appuntamento dei prossimi giorni.

Il 25 e 26 giugno 2006, infatti, tutti i cittadini italiani aventi diritto saranno chiamati alle urne per esprimersi in merito al referendum consultivo sul testo di legge costituzionale recante le «Modifiche alla Parte II della Costituzione». In pratica dovranno decidere se confermare o meno le modifiche alla seconda parte della carta fondamentale del Nostro Ordinamento, approvate dal Parlamento nella passata legislatura.

Prima di accennare ai punti fondamentali di tali modifiche è opportuno premettere quanto segue:

  1. la presente “riforma” costituzionale è stata approvata dalla sola maggioranza parlamentare della passata legislatura, senza consultare l’opposizione;
  2. la presente “riforma” costituzionale modifica ben 53 dei 138 articoli della Costituzione, quindi il termine “riforma” è decisamente limitante della portata che potrebbe avere nei riguardi del nostro ordinamento.

Appurate tali premesse è ovvio e automatico che andare a votare al referendum richieda un minimo di consapevolezza, ed è altrettanto ovvio per lo scrivente fornire una chiara e precisa indicazione a votare NO e bocciare così le modifiche introdotte.

Quali sono dunque i punti più controversi della “riforma”, al di là del becero metodo utilizzato per la sua approvazione?

Essi sono raggruppabili nelle seguenti categorie:

  1. FORMA DI GOVERNO
  2. ISTITUZIONI DI GARANZIA
  3. ITER LEGISLATIVO
  4. COMPETENZE DELLE REGIONI

che di seguito -e brevemente- si possono esplicare.

1. introduzione del cosiddetto “super-premier”, cioè il primo ministro “coi super poteri”:

  • diventa automaticamente primo ministro il capo del partito di maggioranza relativa;
  • non necessità più della fiducia del Parlamento per insediarsi;
  • ha il potere di nomina e revoca dei ministri;
  • determina (non più “dirige”) la linea del Governo e le attività dei Ministeri;
  • ha il potere di scioglimento delle Camere;
  • diventa di fatto insostituibile per l’intera durata della Legislatura.

Tutto ciò è estremamente pericoloso per l’enorme potere di ricatto che egli potrebbe esercitare sul Parlamento, trovandosi così detentore sia del potere esecutivo che di quello legislativo, alla faccia di Montesquieu.

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Immigrazione a Gruaro

Il diagramma rappresenta la popolazione straniera (cittadini non Italiani) residente a Gruaro alla fine del 2005, in base al sesso e allo Stato di provenienza. La facile lettura non richiede commenti sui numeri, ma solo alcune considerazioni.

  • Se si fa riferimento al numero dei Gruaresi (2639) si scopre che la popolazione straniera (94) regolarmente residente nel nostro paese rappresenta il 3% su un numero totale di 2733 abitanti.
  • Anche la nostra piccola comunità è coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione anche se non visibilmente percepita dai più.
  • Ciò può aver due spiegazioni: sostanzialmente l’inserimento degli stranieri è avvenuto senza sussulti o/e pregiudizi, o può essere indicativo di una marginalità voluta o subìta dagli immigrati stessi.

Relativamente ai Paesi di provenienza:

  • La Romania occupa il primo posto con 18 presenze, seguita in ordine da Serbia-Montenegro con 11 presenze e da Colombia con 10.
  • Le popolazioni africane, che singolarmente sono di numero contenuto, rappresentano complessivamente 37 unità.
  • Assenti gli Albanesi.

N.B. Sono considerati stranieri tutte le persone che non hanno la cittadinanza italiana e che quindi non godono dei diritti civili, cioè non votano in Italia anche se sono sposate con Italiani.

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Tacchinificio di Bagnara: quale futuro?

Lo scorso 24 marzo, il Comitato per la salubrità ambientale di Bagnara, che da anni si batte contro il disagio causato dalla presenza del tacchinificio in paese, ha organizzato una serata informativa con due rappresentanti dell’ASL locale sui seguenti punti:

  • allevamento di Bagnara: rischi, pericoli e prevenzione di fronte alla diffusione dell’influenza aviaria,
  • allevamenti domestici: norme di comportamento;
  • tempi e modi per una soluzione definitiva dei disagi provocati dall’allevamento di tacchini.

L’affluenza è stata ragguardevole (dalle 80 alle 100 presenze su 216 famiglie della frazione), segno che l’argomento trattato – aviaria, tacchinificio di Bagnara, soluzioni urbanistiche – è molto sentito e che la pubblicità, fatta dal comitato, è stata efficace.

La prima parte della serata è stata incentrata sui primi 2 punti all’o.d.g su cui sono intervenuti i relatori, la dott.ssa Benvegnù e il dott. Tabaro dell’ASL10.
Dopo la presentazione e una breve introduzione del rappresentante del Comitato, Riccardo Bortolussi, la dott.ssa Benvegnù ha fatto un quadro sintetico ed efficace del fenomeno aviaria (origine, principali focolai e reale diffusione nel mondo) ed ha rassicurato che esso è controllato a livello mondiale dall’O.M.S. e da tutte le unità dei singoli paesi, soprattutto quelli occidentali, tra cui l’Italia ed ha ricordato che l’epidemia si diffonde attraverso gli uccelli selvatici e che in Italia sono stati registrati pochissimi casi di uccelli morti.
Il dott. Tabaro ha detto poi che l’allevamento di Bagnara, sotto l’aspetto dell’aviaria, non è un pericolo; ha ribadito come sia importante, per gli allevamenti domestici e ancor di più per quelli industriali, fare attenzione e rispettare le misure di protezione (reti antipassero, abbeveraggi interni…) e per quest’ultimi, oltre a quelle indicate, praticare la scrupolosa pulizia dei mezzi, lo smaltimento controllato delle deiezioni, in quanto vettore dell’infezione etc. Ha infine assicurato che l’allevamento di Bagnara è in regola, legittimo e assolutamente sotto controllo dal punto di vista del rispetto delle nuove norme di biosicurezza del decreto regionale del 15/06/05.
In fase di dibattito, tutte le domande sono state per il dott. Tabaro, responsabile del settore veterinario, e vertevano tutte sul fatto che il tacchinificio, secondo alcune testimonianze dirette e documentazione fotografica, non rispettava alcune delle prescrizioni succitate (i soffitti e le pareti non sono pulibili completamente perchè i primi sono in eternit – le reti antipassero non ci sono o sono poste provvisoriamente – la lettiera non viene asportata  con mezzi a tenuta e coperti) e che i disagi per puzza, odori e mosche erano costanti e che le deiezioni, miste a lettiera, provenienti dalle aperture del tacchinificio arrivavano fino alle casa vicine.
Il dott. Tabaro ha risposto che la serata verteva sull’aviaria  e che non si era preparato  sull’argomento odori (!). Di fronte alla conclusione che i controlli non ci sono o sono superficiali, il dott. Tabaro ha risposto “che esegue i controlli, ma non tutti i giorni, pertanto non assicura il rispetto sui trasporti di lettiera e che può darsi che le reti antipassero siano posizionate male ma che se entrasse un passero non ci sarebbero problemi”. E allora perchè imporre le reti?
La dott.ssa Benvegnù ha assicurato personalmente  di attivare maggiori controlli sull’allevamento di Bagnara.

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A proposito di immigrazione…

Allo scopo di offrire uno spunto di riflessione su questo tema, segnaliamo una mostra, allestita a Roma, a gennaio,e già proposta a Reggio Emilia, e che molti auspicano diventi stabile, dal titolo  “Solo andata. Un viaggio diverso dagli altri”. Si tratta di una mostra-teatro  per capire l’immigrazione, organizzata da Cies (centro informazione e educazione allo sviluppo), con il contributo dell’ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), del Comune e della Provincia  di Roma e della Regione Lazio.

E’ uno spettacolo un po’ particolare, dove lo spettatore partecipa attivamente e fa la parte di un immigrato in viaggio verso l’Italia, mentre i veri immigrati fanno la parte di poliziotti, di funzionari delle Istituzioni e scafisti senza scrupoli (fonte: Fondazione Migrantes). “Lo scopo – osserva Walter Veltroni – è di arrivare dove le cronache quotidiane non arrivano, cioè a rendere l’idea di solitudine che c’è dietro la storia di tanti immigrati. E’ quello che è accaduto anche agli italiani che, fino a qualche decennio fa, emigravano in varie parti del mondo”.

E aggiunge poi Laura Boldrini, portavoce dell’ACNUR-UNHCR, “Solo andata vuol essere uno strumento di civiltà e di sensibilizzazione per far capire come i rifugiati e la maggior parte degli immigrati non abbiano scelta, ma siano costretti a lasciare i loro paesi e la loro vita.”

Ad inquadrare meglio il problema immigrazione, può essere utile anche ricordare che, quotidianamente, la Rai, in Pianeta dimenticato (www.pianetadimenticato.rai.it), focalizza la sua e nostra attenzione su un paese o su un problema  del Sud del mondo,da cui provengono buona parte degli immigrati. Interessante ed utile, per allargare il dibattito e riportarlo dentro i limiti della storia e della memoria, risulta anche il saggio di Gian Antonio Stella “L’orda – quando gli albanesi eravamo noi” – BUR, da cui è stata tratta la vignetta riportata qui a lato.

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Non solo calcio…

Seguo il ciclismo fin da piccolo, anche se non disdegnavo, se mi si presentava l’occasione, di tirare quattro calci al pallone, ma il ciclismo era sempre un’altra cosa che occupava tutti i miei pensieri e mi appassionava veramente, basti pensare che è dal 1975 che non perdo, come spettatore, un Campionato del mondo di ciclismo, un Tour, un Giro d’Italia, una Vuelta e così via.

Quando vedevo i corridori professionisti, o anche i dilettanti, anch’io avrei voluto inforcare una bicicletta da corsa, ma non me lo potevo permettere, mi limitavo a guardare e a sognare, ma quando ho avuto tra le mani il primo stipendio, guadagnato facendo la stagione, non ci ho pensato su due volte e mi sono comperato, una Iride, una bici da corsa, di cui conservo ancora alcuni pezzi. Ciò che mi attira in questo sport, che pratico a livello amatoriale (sono membro della Società ciclistica portogruarese), non è tanto la gara, il confronto con gli altri, ma è la sfida con me stesso, il fare ogni volta qualcosa in più, ma non per affermarmi, ma per conoscermi meglio. A me piacciono infatti tutti gli sport che io chiamo “di fondo”, che richiedono sforzo, costanza, carattere e applicazione, per cui, accanto al ciclismo, sento attrazione, una grande attrazione, per la maratona, per lo sci di fondo. Sarà per questo che sono stato contagiato, come i più del resto, dalla “malattia della salita”, per cui, ogni anno, in questo ambito, mi prefiggo delle mete nuove; quest’anno dovrebbe essere la volta del Grossglokner e del nuovo versante dello Zoncolan. Tutte queste prove le affronto, in genere, con un amico che condivide con me passione e valutazioni su questa disciplina sportiva.

Ho già fatto delle salite impegnative, come quelle dello Stelvio e del Gavia e qui, oltre al piacere dell’impresa, vista come superamento dei propri limiti, sono stato catturato dalla grandiosità  della cornice naturale, dal silenzio, dalla storia che mi sembrava di toccare in quei luoghi (spesso mi ritrovavo a pensare che di lì era passato Coppi, uno dei miei corridori preferiti). Sempre per rimanere fedele al mio motto “è la fatica che fa bello lo sport”, ho partecipato, per 7 anni di seguito, alla Maratona delle Dolomiti, che tocca 7 passi dolomitici, come il Pordoi, il Gardena, il Giau, conquistando, alla 6° volta, un buon piazzamento, ma quando mi sono accorto che più che il piacere di partecipare, prendeva il sopravvento, nei concorrenti, la gara e l’ansia del risultato, non vi ho più preso parte. Non solo non sono attratto dalla competizione, ma neanche dalla velocità, perchè non mi sembra sia questa la filosofia e l’essenza di questo sport.

Quando posso, cerco di seguire, dal vivo, come spettatore, una tappa del Giro d’Italia, una tappa di montagna naturalmente, perchè, oltre che vedere da vicino i miei beniamini, trovo particolarmente coinvolgente e bella l’atmosfera che si crea, il cameratismo che nasce tra gli spettatori, il senso di appartenenza che unisce i presenti. Anche quest’anno ho fatto questa esperienza ed ho seguito la tappa del passo S. Pellegrino: indimenticabile! Il mondo del ciclismo, spero di non apparire troppo ingenuo, mi sembra più semplice, più genuino, meno artefatto di quello di altri sport, tuttavia prendo le mie cautele, per cui quando mi chiedono qual è o quali sono i miei corridori preferiti, rispondo di slancio “Indurain, Basso, Cunego, Bettini, che io trovo solare”, salvo poi aggiungere “con  beneficio del dubbio…”. Tra quelli del passato, oltre a Coppi, già citato e che considero un grande, apprezzo molto Moser e Hinaut. Volendo trarre delle conclusioni, io trovo questo sport completo e coinvolgente e adatto ai più, capace di darti ed insegnarti molto, se si accettano i propri limiti e si tralasciano, lasciandoli ai professionisti, gli aspetti più esasperati di agonismo.

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